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ADHD – Disturbo da deficit di attenzione e iperattività

by Letteria Mazzanti
ADHD – Disturbo da deficit di attenzione e iperattività

Gli orologi biologici sono tanti e indipendenti

Ma quanti "orologi" abbiamo in corpo? Tanti, quasi uno per ogni organo. E questo gli esperti lo sapevano già, così come risultava che tutti “ubbidivano” a un “masterclock”, un orologio centrale situato in una piccolissima zona cerebrale dell’ipotalamo detta nucleo soprachiasmatico. Il quale, a sua volta, governava i ritmi del corpo sulla base del ciclo luce-buio. Ritmo circadiano è quello che copre le ventiquattro ore complete del giorno e della notte e controlla moltissime funzioni dell’organismo a cominciare dall’alternanza veglia-sonno, la pressione del sangue, la temperatura corporea.

Ora una ricerca dell’Università di Lubecca (Germania) mette in discussione che ci sia una rigida gerarchia dall’orologio centrale a quelli periferici e pure che solamente la luce “dia l’ora” al masterclock. «Il nostro studio rivela un’organizzazione federale nella sincronizzazione degli orologi interni con l’ambiente circostante», ha dichiarato Henrik Oster, uno dei ricercatori. «Da questo viene il suggerimento che si possa agire sugli orologi periferici per ripristinare il ritmo circadiano e, da qui, affrontare le malattie che sono associate a un’alterazione del ritmo circadiano».

LE MALATTIE DEL TEMPO

«Una di queste malattie è la depressione maggiore, per esempio. Alcune forme di psicosi e malattie metaboliche», interviene il professor Roberto Manfredini, cronobiologo dell’Università di Ferrara. «E’ anche emerso, da altri studi, che pure il cibo – non solo il duo luce/buio – può modulare i ritmi interni». Manfredini fa subito un esempio: «Si sa che i grassi sono capaci di desincronizzare l’orologio del cardiocito, la cellula del miocardio, per cui il consiglio è: non mangiate cibi grassi la sera, se possibile». Precisa, il professore esperto dei nostri tempi interni, che resta una parte gerarchica nel collegamento tra i nostri tanti orologi, ma che si è evidenziata – come a Lubecca – anche un’area federale. «Un po’ come con gli Stati Uniti», osserva ridendo. Il cibo, con i suoi componenti e anche i suoi orari, modula i ritmi per esempio con la secrezione di insulina, che influisce sull’apparato gastrointestinale e interferisce con l’orologio del fegato.

LA GIUSTA ORA NEL PIATTO

Un esempio semplice di rimedio puntando sull’azione del cibo: «Il disturbo da jet-lag, com’è noto, deriva da una sfasatura del normale ciclo circadiano. Per rimettere a posto i tempi interno ed esterno si può approfittare di questa regola: i carboidrati aiutano a dormire, le proteine tengono svegli». Nell’area psichiatrica molti sono i disturbi legati a ritmi biologici sballati. «Nella depressione maggiore si è visto da anni», spiega Manfredini, «che vi è un’alterazione del ritmo del cortisolo, quello che è definito l’ormone dello stress. In tutti noi ha un picco massimo al risveglio che poi va calando fino a un valore minimo di notte.

Nei malati di depressione maggiore, invece, il picco mattutino è più alto della media e poi resta a quei valori. Causando anche disturbi del sonno. Infatti si usa anche la fototerapia per questi malati, per anticipare o allungare la giornata. Peccato che con la light therapy poi, appena si smette, tutto torni come prima». Ma il valore di queste scoperte di “delocalizzazione” del potere di modulare i cicli biologici apre un futuro promettente: «Se accanto alla gerarchia che fa capo al masterclock si individuano tanti sincronizzatori locali, si allarga lo spettro delle possibilità di intervento terapeutico».

TURNO E JET-LAG

L’ultimo esempio: i turnisti per lavoro sono più esposti negli anni alla sindrome metabolica con prediabete, ipertensione e altri disturbi. «Tempo addietro», racconta il professor Roberto Manfredini «si pensava che il meglio fosse alternare gli orari di settimana in settimana, invece la cronobiologia ha dimostrato che è il peggio. Oggi quasi tutti hanno adottato il sistema di alternare turni veloci, da un giorno all’altro, così si impedisce all’organismo di “ancorarsi” a quel tempo e ci sono dunque meno salti». Meno jet-lag sul lavoro, si può dire.

Find My Kids: GPS posizione

“Find My Kids” è un sistema di monitoraggio per le famiglie e la sicurezza dei bambini e dei genitori. Funziona anche da localizzatore cellulare. Installa l’app “Find My Kids” sul tuo cellulare e l’app Pingo! sul quello di tuo figlio o connetti il suo orologio GPS.

Find My Kids è un’app per genitori e family locator che ti aiuterà a non preoccuparti se i tuoi figli non sono con te e non sentono le tue chiamate:

Localizzatore – localizza la posizione del bambino sulla mappa e i suoi spostamenti durante la giornata, con la funzione di tracking in base alle coordinate GPS;

Suoni circostanti – ascolta cosa succede attorno a tuo figlio per capire se sta bene e dov è;

Segnale sonoro – invia un allarme sul telefono del bambino se ha il telefono nello zaino o in modalità silenziosa e quindi non lo sente;

Controllo delle applicazioni – scopri quali app ha usato a scuola e se ha giocato invece di stare attento;

Controllo di sicurezza – controlla a che ora tuo figlio è tornato da scuola; ricevi una notifica quando arriva nei luoghi che hai definito;

Controllo della batteria – ricorda a tuo figlio di ricaricare il cellulare in tempo; l’app invia una notifica quando la batteria è quasi scarica;

Chat di famiglia – comunica con tuo figlio in chat con divertenti sticker e chiedigli: dove sei?

App per controllo genitori

L’app localizzatore famiglia “Find My Kids” è studiata per la sicurezza e per il controllo dei figli da parte dei genitori. L’app geo tracker può essere installata sul telefono solo con il consenso esplicito del bambino. I dati personali sono memorizzati nel rispetto del GDPR.

Come funziona?

1) Installa l’app “Find My Kids” sul tuo telefono.

2) Seleziona il dispositivo a cui vuoi connetterti: cellulare o orologio GPS del bambino.

3) Installa l’app Pingo! sul cellulare del bambino o inserisci il numero della SIM dell’orologio.

Se tuo figlio ha uno smartphone:

Installa l’app Pingo! sul telefono di tuo figlio. Il nostro servizio usa il GPS del telefono del bambino in modalità risparmio energetico e consente la funzione trova il mio dispositivo/trova il mio iphone, in modalità localizzatore GPS telefono del bambino. All’interno dell’app Pingo! tuo figlio può comunicare con te e, in caso di pericolo, premere il pulsante SOS: in questo modo, tu ricevi subito un segnale di allarme sul tuo telefono e puoi vedere subito dov'è.

Se tuo figlio ha un orologio GPS:

Connetti l’orologio con l’app Find My Kids tramite l’interfaccia di geolocalizzazione e assistenza. L’app è compatibile con qualsiasi dispositivo Zgpax, Titan Watch, Wokka Watch, Smart Baby Watch, Smart Age Watch, Smart Pet Tracker, Smart Tracker e simili.

Per qualsiasi problema tecnico con la tua app localizzatore gps famiglia, puoi contattare la chat di assistenza 24/7 nell’app o inviare un’email a

Puoi usare tutte le funzioni del servizio gratis per 7 giorni. Al termine di questo periodo, la versione gratuita consentirà solo il monitoraggio online della posizione, mentre per usare tutte le altre funzioni dell’app dovrai acquistare un abbonamento.

L’app richiede le seguenti autorizzazioni:

Fotocamera e Foto: per l’avatar di tuo figlio

Contatti: per la scelta di un numero di telefono quando si configura un orologio

Microfono: per chiamare tuo figlio ed inviare messaggi vocali in chat

Notifiche push: per l’invio di notifiche sugli spostamenti di tuo figlio e di nuovi messaggi in chat.

Ultimo aggiornamento 28 giu 2022

ADHD – Disturbo da deficit di attenzione e iperattività

ll disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è uno dei disturbi che più frequentemente si riscontra in età evolutiva, la cui sintomatologia prosegue anche in età adolescenziale e adulta.

La caratteristica fondamentale del disturbo è un persistente pattern di disattenzione e/o iperattività-impulsività che interferisce con il funzionamento e lo sviluppo dei bambini.

Dal punto di vista comportamentale la disattenzione si manifesta con difficoltà a seguire le istruzioni, facile distraibilità, frequenti errori nei compiti scolastici, difficoltà nel tenere in ordine i materiali e nel gestire il tempo a disposizione.

L’iperattività si riferisce invece a un’eccessiva attività motoria manifestata in momenti e situazioni non appropriati, a un eccessivo dimenarsi e a una cospicua loquacità. Spesso i bambini iperattivi si agitano sulla sedia, si alzano dal proprio banco, sono irrequieti e incontrano problemi nel giocare tranquillamente.

Per impulsività s’intende invece la presenza di azioni che vengono compiute in maniera affrettata, senza premeditazione e talvolta possono essere pericolose per il bambino o adolescente. Questa impulsività può rispecchiare sia il desiderio di ottenere una ricompensa immediata, sia l’incapacità di ritardare una gratificazione. Tra i comportamenti impulsivi vi sono le continue interruzioni durante le conversazioni, il fornire risposte prima ancora che gli altri abbiano finito di parlare e il prendere decisioni senza considerare le conseguenze.

Sono stati individuati 3 sottotipi di disturbo:

Prevalentemente iperattivo-impulsivo

La maggior parte dei sintomi si riscontrano all’interno della categoria iperattività-impulsività.

Possono essere presenti pochi sintomi di disattenzione, che però non raggiungono un cut-off clinico.

Sintomi comuni d’iperattività sono:

Agitazione e irrequietezza continue. Difficoltà a rimanere seduto sulla propria sedia durante i pasti, a scuola e durante il tempo libero. Tendenza a parlare in maniera eccessiva. Difficoltà nel giocare in modo tranquillo. Tendenza a essere continuamente in movimento.

L’impulsività si manifesta attraverso:

Difficoltà ad attendere il proprio turno nella conversazioni. Tendenza a interrompere. Tendenza a compiere azioni senza considerare le loro conseguenze. Difficoltà nell’attendere il proprio turno nei giochi. Tendenza a utilizzare gli oggetti degli altri senza chiedere il permesso.

Prevalentemente disattento

La maggior parte dei sintomi sono rilevabili all’interno della categoria disattenzione rispetto a quella d’iperattività-impulsività.

I bambini con questo sottotipo di disturbo presentano minori problemi a livello comportamentale e minori difficoltà nelle interazioni con i pari, per tale motivo potrebbe essere trascurato da genitori e insegnanti. Possono stare seduti in modo tranquillo, ma la loro attenzione non è diretta a ciò che stanno facendo o a ciò che l’insegnante spiega.

Tra i sintomi di disattenzione più comuni vi sono:

Facilità a distrarsi con stimoli esterni o con pensieri non inerenti a ciò che stanno facendo Difficoltà nel mantenere l’attenzione su un’attività per il tempo necessario a portarla a termine. Facilità ad annoiarsi trascorsi appena pochi minuti dall’inizio di un compito, a meno che non stia facendo qualcosa di divertente. Difficoltà a focalizzare l’attenzione sull’organizzazione e completamento di un compito o nell’imparare qualcosa di nuovo. Problemi nello svolgimento dei compiti a casa, spesso perdono le cose (per esempio, matite, giocattoli, compiti) necessari per completare le attività. Difficoltà a seguire le istruzioni Manifestazione combinata

E’ la manifestazione più tipica in età evolutiva ed è caratterizzata da una combinazione di sintomi di disattenzione e d’iperattività- impulsività.

IL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ: COME SI MANIFESTA IN BAMBINI E ADOLESCENTI?

La disattenzione e l’impulsività sono caratteristiche riscontrabili in un ampio range di disturbi psicopatologici in età evolutiva, come ad esempio nei disturbi d’ansia, nella depressione e nei disturbi del comportamento. È normale per i bambini essere pieni di energia, impulsivi (agire senza considerare la conseguenza delle loro azioni) e disattenti. Le stesse difficoltà si possono riscontrare negli adulti, che sopraffatti dal lavoro, dagli impegni e dai problemi di vita quotidiana non riescono a mantenere attiva la consapevolezza di ciò che stanno facendo e di come lo stanno svolgendo. Tuttavia per alcuni bambini e adolescenti, il livello di attività, le difficoltà nel controllare l’impulsività e l’attenzione sono talmente pervasivi da impedirgli di stare al passo con le richieste della società.

Bambini con ADHD manifestano una tale impulsività e attività da non riuscire a stare fermi, sono continuamente agitati, parlano quando dovrebbero ascoltare, interrompono i discorsi, non riescono a portare a termine un compito, sembrano non ascoltare quando gli si parla e perdono continuamente oggetti a causa della loro disattenzione. Talvolta rischiano di farsi male a causa della loro impulsività, sono incapaci di stare seduti a lungo in classe e la loro disattenzione può essere causa di difficoltà di apprendimento. Sono labili dal punto di vista emotivo, difficilmente riescono ad autoregolare le loro emozioni. Una volta diventati adulti continuano ad avere problemi. Fanno fatica a mantenere un lavoro, compiono spesso incidenti stradali, durante le conversazioni stimolano irritazione negli altri a causa della loro difficoltà nell’aspettare il loro turno e la tendenza a parlare in momenti non appropriati.

Con molta probabilità le vite di questi bambini, adolescenti e adulti saranno compromesse su più fronti, in ambito sociale, scolastico, cognitivo e familiare.

IL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ: COME SI MANIFESTA A CASA?

I bambini con ADHD presentano un gran numero di comportamenti che possono interferire con la vita familiare:

Spesso non ascoltano le istruzioni dei genitori e non gli obbediscono.

Sono disorganizzati.

Spesso dicono cose inopportune.

Spesso interrompono le conversazioni.

È difficile portarli a letto la sera.

Possono mettersi in pericolo a causa della loro distrazione o impulsività.

Hanno difficoltà a rimanere seduti a tavola durante i pasti.

Spesso bisogna richiamarli e assisterli per assicurarsi che portino a termine un compito.

Rifiutano di svolgere i compiti a casa o impiegano un tempo eccessivo per terminarli.

Possono manifestare facile frustrabilità quando le loro richieste non vengono esaudite.

Il disturbo ha un forte impatto sui genitori, che sono costretti giorno dopo giorno ad affrontare le esigenze del loro bambino con ADHD e a monitorare i suoi comportamenti, questo può essere estenuante sia dal punto di vista fisico che psicologico.

La frustrazione che molti genitori provano, può portare a rabbia e senso di colpa verso se stessi, e irritazione verso il bambino.

Non solo i genitori, ma anche i fratelli dei bambini con ADHD devono affrontare una serie di sfide:

I loro bisogni spesso ricevono meno attenzione rispetto a quelli del bambino con ADHD.

Possono essere rimproverati in maniera più decisa quando sbagliano, ricevendo meno attenzione per i loro successi, perché dati per scontati.

Possono essere responsabilizzati nei confronti del fratello e accusati di non aver fatto il proprio dovere se questo si comporta male sotto la loro supervisione.

Al fine di affrontare le sfide quotidiane che un bambino con ADHD pone è necessario essere in grado di padroneggiare una combinazione di compassione e di coerenza. Vivere in una casa che fornisce al contempo amore, struttura e prevedibilità è la cosa migliore per un bambino o un adolescente che sta imparando a gestire il suo ADHD.

IL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ: COME SI MANIFESTA A SCUOLA?

L’ambiente scolastico può essere un luogo difficile per un bambino con ADHD, basta pensare alle richieste che pone: stare fermi, ascoltare in silenzio, seguire le istruzioni, rimanere concentrati e attenti. Tutte cose che riescono difficili ai bambini con questo disturbo.

Gli studenti con ADHD presentano le seguenti sfide per gli insegnanti:

Spesso cercano di attirare l’attenzione chiacchierando.

Si alzano spesso dal banco e vanno in giro per la stanza.

Mostrano difficoltà a seguire le istruzioni.

Spesso dimenticano di annotare i compiti per casa, di farli o di portare quanto svolto a scuola.

Spesso hanno difficoltà con le operazioni che richiedono passi ordinati, come ad esempio una divisione lunga o la risoluzione di equazioni.

Hanno difficoltà a portare a termine un progetto se non hanno una diretta supervisione da parte degli adulti.

Bassa autostima.

Prese in giro da parte di altri compagni.

Comportamenti aggressivi nei confronti di compagni e insegnanti.

Basse prestazioni scolastiche.

UNDICI CONSIGLI UTILI AI GENITORI PER GESTIRE IL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ DEL BAMBINO.

Mantenete un atteggiamento positivo. Le armi migliori per aiutare il vostro bambino a far fronte alle sfide dell’ADHD, sono il vostro atteggiamento positivo e il buon senso. Quando si è calmi e concentrati, si hanno maggiori probabilità di essere in grado di connettersi con il proprio bambino, aiutandolo a essere a sua volta calmo e concentrato. Mantenete la giusta prospettiva. Ricordate che il comportamento di vostro figlio è legato a un disturbo. Il più delle volte non è intenzionale. Non lottate anche per le piccole cose, siate disposti a fare qualche compromesso. Un lavoro quotidiano lasciato a metà non dovrebbe costituire un grosso problema se il bambino durante la giornata ne ha completati diversi altri. Se mirate a ottenere la perfezione, non solo rischierete di rimanere insoddisfatti, ma anche di creare aspettative impossibili per il vostro bambino. Credete nel vostro bambino. Create un elenco scritto di tutti gli aspetti positivi di vostro figlio, di ciò che lo rende unico e prezioso. Abbiate fiducia nel cambiamento e del fatto che il bambino possa imparare, cambiare, maturare, e avere successo. Imparate a pensare con fiducia giorno per giorno. Prendetevi cura di voi stessi. Se siete stanchi o avete semplicemente perso la pazienza, rischiate di perdere di vista la struttura e sostegno necessari per supportare il bambino. Prendetevi cura di voi stessi. Cercate di ridurre lo stress dormendo e mangiando bene, praticando esercizio fisico e la meditazione mindfulness. Fornite una struttura. I bambini con ADHD hanno maggiori probabilità di riuscire a completare i lavori quando le attività avvengono secondo schemi e luoghi prevedibili. Il vostro compito sarà di creare delle routine, in modo che il bambino sappia sempre cosa aspettarsi. È importante impostare un tempo e un luogo per ogni cosa per aiutarlo a comprendere e a soddisfare le aspettative. Stabilite rituali semplici e prevedibili per i pasti, per fare i compiti, giocare, e per andare a letto. Evitate i problemi mantenendo il bambino occupato. Il tempo d’inattività può peggiorare i sintomi e dar vita a comportamenti problematici. Iscrivete il bambino a uno sport, un corso d’arte o di musica. A casa, organizzate attività semplici che possano riempire il tempo libero di vostro figlio. Questi compiti possono essere ad esempio aiutare a cucinare, fare un gioco da tavola o un disegno. Cercate di non fare troppo affidamento sulla televisione o il computer, TV e video giochi sono sempre più violenti e possono aumentare i sintomi del bambino. Impostare delle regole chiare. I bambini con ADHD hanno bisogno di regole coerenti che possano capire e seguire. Annotate le regole e appendetele in un luogo in cui lui possa facilmente leggerle. Questi bambini rispondono bene a sistemi organizzati di ricompensa. È importante spiegare in anticipo che cosa accadrà se le regole saranno rispettate e cosa succederà se saranno infrante. A questo punto impegnatevi nel far corrispondere sempre ai comportamenti le conseguenze che avete programmato. Ricordatevi di complimentarvi con vostro figlio. I bambini con ADHD spesso ricevono critiche, rimproveri e lamentele. Cercate di lodare i comportamenti appropriati, riducendo il più possibile il numero di risposte negative fornite in seguito ad azioni inappropriate. Premiate vostro figlio anche quando raggiunge piccoli risultati. Utilizzate premi e costo della risposta. Premiatelo con privilegi, lodi o attività, piuttosto che con il cibo o i giocattoli. Le conseguenze dovrebbero essere concordate in anticipo e corrisposte subito dopo il verificarsi del comportamento. Cambiare frequentemente le ricompense, i bambini tendono ad annoiarsi con facilità se sono sempre le stesse. Rimuovere i privilegi quando si presenta un comportamento scorretto. Quando il vostro bambino si comporta male, chiedetegli che cosa avrebbe potuto fare in alternativa. Incoraggiare il movimento e il dormire. L’attività fisica e il buon riposo possono essere alleati molto utili. I bambini con ADHD hanno molte energie da bruciare. Organizzare sport e altre attività fisiche possono aiutarli a incanalare la loro energia in modo sano. I benefici dell’attività fisica sono infiniti: migliora la concentrazione, riduce la depressione e l’ansia, favorisce la crescita del cervello. La cosa più importante per i bambini con deficit di attenzione, tuttavia, è che l’esercizio fisico migliora il sonno, che a sua volta può anche ridurre i sintomi dell’ ADHD. Trovate uno sport che più si adatti ai punti di forza del vostro bambino. In generale gli sport individuali o di squadra (es. basket) che richiedono costante movimento sono opzioni migliori. Molto consigliate anche le arti marziali, il tae kwon do o lo yoga, che contribuiscono a migliorare il controllo mentale.

La carenza di sonno influisce sull’attenzione e può essere molto dannosa. Aiutate vostro figlio a dormire meglio provando ad esempio a diminuire il tempo che trascorre di fronte alla televisione, incrementando le attività e l’esercizio fisico durante il giorno. Un’ora prima di andare a letto, impegnatevi con lui in un’attività tranquilla per abbassare il suo livello di eccitazione. Provate anche a dedicare dieci minuti alle coccole con il vostro bambino. Questo creerà un senso di amore e di sicurezza, oltre a fornirgli del tempo per calmarsi.

I CONSIGLI UTILI ALLE INSEGNANTI PER GESTIRE IL BAMBINO CON DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ IN CLASSE.

Il ruolo dell’insegnante sarà di valutare le esigenze e i punti di forza individuali di ciascun bambino. Attraverso la calma, pazienza, coerenza e creatività, sarà possibile sviluppare delle strategie che aiuteranno gli studenti con ADHD a rimanere sul compito, e a esprimere al meglio le loro capacità.

Programmi di successo per i bambini con ADHD devono integrare le seguenti componenti:

Organizzazione degli spazi. Cosa si può fare per facilitare l’apprendimento? Istruzioni. Quali metodi utilizzare nella didattica? Intervento. Come si gestiscono i comportamenti che disturbano la concentrazione degli altri studenti?

L’organizzazione degli spazi

È possibile apportare alcune modifiche alla disposizione dell’aula per ridurre al minimo le distrazioni dei bambini ADHD.

Far sedere lo studente con ADHD lontano dalle finestre e dalla porta.

Far sedere lo studente proprio di fronte alla vostra scrivania, purché non sia una distrazione per lui.

Disporre i banchi in file, questo permetterà di raggiungere più facilmente l’alunno, permetterà al bambino di non disturbare troppi compagni e di non esserne a sua volta disturbato.

Ridurre al minimo le distrazioni come cestini, armadi, cartelloni etc..

Porre l’orologio di classe, fuori dalla visuale dei bambini.

Istruzioni

Dare istruzioni una alla volta e ripeterle se necessario.

Se possibile, affrontare gli argomenti più difficili nelle prime ore del giorno.

Utilizzare immagini chiave e grafici durante le spiegazioni.

Creare del materiale di lavoro e verifiche scolastiche ad hoc che prevedano un minor numero di esercizi da svolgere in breve tempo.

Favorire la prestazione progettando modalità di valutazione che tengano conto dei punti di forza del bambino. Lo studente potrebbe avere prestazioni migliori in un compito con risposte a scelta multipla piuttosto che a domande aperte.

Anche se un compito non viene terminato date credito al lavoro parziale che è stato svolto.

Segnalare l’inizio di una lezione con un avviso sonoro (è possibile utilizzare segnali successivi per mostrare il tempo rimanente in una lezione).

Verificare che tutti i bambini abbiano il materiale per la lezione.

Elencare le attività previste durante la giornata e i tempi di lavoro.

Utilizzare istruzioni semplici e chiare.

Prevedere delle pause frequenti.

Assegnare i compiti a un orario stabilito, non verso la fine dell’ora perché altrimenti non vi è tempo di controllare se le consegne sono state comprese e segnate per intero.

Intervento

Un comportamento può sempre essere analizzato e messo in relazione all’ambiente in cui viene emesso e alle conseguenze che produce. La risposta dell’ambiente è dunque una risorsa fondamentale di cui avvalersi per modificare un comportamento problema.

Partendo da un’osservazione strutturata dei comportamenti problema emessi dal bambino, dalla frequenza con cui compaiono e dal contesto in cui si verificano si può pensare di costruire un intervento volto alla diminuzione della loro comparsa.

Individuati gli antecedenti (ciò che succede immediatamente prima dell’emissione del comportamento), le risposte dell’ambiente (descrizione di come gli altri reagiscono al comportamento) e le conseguenze (descrizione delle reazioni del bambino) di ogni comportamento si può procedere selezionando quelli da modificare. Adottare quindi un sistema di Token Economy in cui bambino e insegnante s’impegnano a rispettare un contratto. Il contratto prevede l’assegnazione di un gettone per ogni comportamento corretto emesso dal bambino e la mancata assegnazione o addirittura la perdita di un gettone già assegnato per ogni comportamento scorretto. Al raggiungimento di un determinato numero di gettoni (precedentemente stabilito) il bambino riceverà il premio concordato.

IL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ: IL TRATTAMENTO.

Il trattamento d’elezione per il disturbo da deficit di attenzione e iperattività è di tipo multimodale e prevede una combinazione d’interventi di tipo farmacologico, psicoeducativo e psicoterapeutico.

Gli psicostimolanti sono considerati i farmaci più efficaci per bambini, adolescenti e adulti con ADHD. Tra i farmaci utilizzati vi sono il metilfenidato (Ritalin), le anfetamine (Adderal), le destoanfetamine (Dextrostat, Dexedrine) e l’atomoxetina (Strattera).

Per ottenere miglioramenti comportamentali duraturi è necessario affiancare al trattamento farmacologico una combinazione di strategie cognitive e comportamentali che aiutino bambini, genitori e insegnanti nella comprensione e gestione dei comportamenti problema.

Attualmente i programmi cognitivo-comportamentale di testata efficacia per l’ADHD sono il Parent training e il Teacher training.

L’obiettivo del Parent training è di far apprendere ai genitori strategie per essere più riflessivi, coerenti nell’applicazione dei metodi educativi e organizzati nelle loro attività, al fine di aiutare il bambino ad acquisire capacità di autogestione. Serve ai genitori per prendere consapevolezza di com’è strutturato il proprio ambiente familiare, in vista di una riorganizzazione finalizzata ad aumentare la riflessività del bambino e a diminuire la presenza di comportamenti problematici.

Essendo la scuola il luogo in cui i bambini trascorrono la maggior parte del loro tempo, riveste un’importanza fondamentale il Teacher Training. Gli obiettivi di quest’ultimo saranno fornire dettagli su come strutturare l’ambiente scolastico partendo dai bisogni e dalle caratteristiche dell’alunno iperattivo, trasferire agli insegnanti strumenti utili per la modificazione del comportamento e fornirgli dei consigli su come aiutare l’alunno a migliorare la propria relazione con i pari.

La terapia con il bambino ha l’obiettivo di modificare i comportamenti problematici. Fornisce assistenza pratica, ad esempio nell’organizzazione dei compiti o nel completamento degli stessi e lavora sulla gestione delle emozioni e sull’autocontrollo.

La terapia cognitivo comportamentale insegna a monitorare le proprie azioni e ad auto lodarsi per i comportamenti corretti, come il controllo della rabbia o l’agire in maniera consapevole e non impulsiva. L’intervento con il bambino mira inoltre ad aumentare le sue abilità sociali. Imparare ad andare d’accordo con gli altri, rispettare le regole e interagire in modo efficace con i pari può essere difficile per molti bambini con ADHD. Il terapeuta attraverso il social skills training insegnerà ai bambini ad aspettare il proprio turno, a prestare e condividere i giochi, a chiedere aiuto, a leggere le espressioni facciali e il tono di voce degli altri per desumere il loro stato emotivo e a rispondere in modo appropriato.

Non esiste una vera e propria cura per l’ADHD, i diversi trattamenti sono in grado di ottenere la sola riduzione dei sintomi. Grazie alla combinazione di diversi strumenti però la maggior parte dei bambini potrà ottenere successi scolastici e condurre una vita produttiva.

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